Quali sono le previsioni per quanto riguarda Cardano (ADA) nel 2022?
La criptovaluta, nata nel 2017 e legata a un progetto open source, ha vissuto un 2021 di sostanziale crescita, con un valore attorno ai 0,30 – 0,35 dollari dei primi giorni dell’anno fino al culmine raggiunto in agosto, con il superamento di quota 4,8 dollari.
Al termine dell’estate però, il trend è apparso decisamente negativo. Da settembre a dicembre infatti, la valuta ha perso più del 50% del suo valore. La situazione attuale, pur apparendo non positiva, non va a minare chi ha deciso di investire sul lungo termine in questa criptovaluta.
In tal senso, parla chiaro la questione capitalizzazione: dai 5 miliardi di dollari di inizio dell’anno, oggi si parla di 45 miliardi. Numeri che, al di là di un trend non proprio positivo, lasciano presagire un buon futuro.
Cardano può essere la criptovaluta del 2022?
Se Cardano era considerato, perlomeno fino al termine dell’estate, il principale competitor di Bitcoin ed Etherum, ora le sue quotazioni sono decisamente scese. Perché credere ancora che, entro 12 mesi, questa criptovaluta possa realmente fare il salto di qualità?
Non solo la capitalizzazione, ma anche altri fattori sembrano giocare in favore di questa criptovaluta. Sotto il punto di vista della credibilità, pesa la fase successiva dello sviluppo di Cardano ovvero l’introduzione di sidechain per migliorare la scalabilità e l’interoperabilità della rete.
Questo aggiornamento ha una chiara direzione: meno innovazione, più ottimizzazione delle prestazioni legate alla rete della criptovaluta. Di fatto, si tratta di un consolidamento che, sul lungo periodo, sembra promettere un futuro positivo per Cardano.
La già citata sidechain sembra offrire enormi potenzialità, diminuendo il carico di lavoro sulla chain principale. Con una base del genere poi, sarà possibile introdurre funzionalità sperimentali senza il rischio di compromettere il sistema principale.
Se Basho promette di dare una spinta non da poco al valore della criptovaluta, non va dimenticato l’ultimo trimestre negativo. Questo potrebbe ripercuotersi negativamente anche sui primi mesi del 2022, con prestazioni non particolarmente esaltanti.
Perché un crollo nell’ultimo trimestre del 2021?
Proprio nel momento in cui Cardano sembrava lanciato verso una crescita inarrestabile a causa di una normativa statunitense. Con l’intenzione della famosa piattaforma eToro di rimuovere la criptovaluta dal mercato americano, la stessa ha subito una rapida inversione di tendenza.
eToro ha annunciato che dal 26 dicembre 2021 non sarà più possibile trattare token ADA e Tron nel territorio americano motivando la drastica azione con “considerazioni relative al business nell’ambiente normativo in evoluzione“, assicurando gli utenti che saranno però ancora in grado di vendere i token che già possiedono.
Al di là dell’inevitabile polverone che è conseguito a tale decisione, ha segnato un repentino calo nelle valutazioni di Cardano e non solo. Come riportato da Forbes, il fondatore della criptovaluta ha commentato quanto accaduto “L’unico modo per risolvere situazioni come questa è attraverso la chiarezza normativa“.
Ci sarà un rimbalzo sul breve termine? Le previsioni degli esperti
Secondo l’analisi tecnica di diversi esperti del settore, nel breve termine il prezzo di Cardano dovrebbe risultare stabile, con possibilità di acquisto vista una crescita futura.
Per quanto riguarda il lungo termine, fonti come Wallet Investor tendono ad essere più rialzisti. Secondo questa fonte, il prezzo della criptovaluta dovrebbe essere di 1,5 dollari per raddoppiare entro la fine del 2022. Il trend rialzista, sempre stando alle previsioni, dovrebbe poi portare Cardano a 10,5 dollari entro la fine del 2026.
Secondo altre piattaforme, la crescita sul lungo periodo potrebbe essere minima, per una complessiva stabilità della criptovaluta. Si parla di circa 2,2 – 2,5 dollari entro fine 2022 per poi mantenersi tale anche per gli anni seguenti.
A prescindere da tutto, le previsioni su lungo termine per le criptovalute rimangono sempre poco concrete. Rispetto ai mercati tradizionali, già volatili di per sé, l’ambito della fintech offre ancora meno certezze.